LE LINEE GUIDA NON SONO ‘LA SCUOLA’

A settembre…Riaprire o proteggersi? Ma come riaprire? E proteggendosi da cosa? Come riuscire ad andare “oltre” il senso di perdita del passato e l’incertezza del futuro?
‘ La vita ci chiede strategie per prepararci ai tempi dell’incertezza’ ( E. Morin)

Siamo un gruppo di professionisti che, a vario titolo, collaborano con servizi educativi 0-6 (nidi e infanzia) della provincia di Como, tutti in “trepidante attesa” dell’uscita delle Linee Guida per la riapertura delle scuole a settembre. I vissuti sono complessi ed è importante a nostro avviso provare ad entrarci dentro.
Da una parte è forte il desiderio di ricominciare, riprogettando, valorizzando ed ampliando le tante pratiche didattiche creative di qualità già presenti nelle nostre realtà, senza limitarsi a riproporre il tradizionale approccio pedagogico ed educativo aggiungendo delle “regole” per il contenimento del contagio, e senza ridursi ad un’attività puramente assistenziale, equiparabile al ricorso a baby sitter o parenti. Allo stesso modo, sentiamo la responsabilità personale e sociale di accogliere i bisogni, le domande e i dubbi delle famiglie che ci hanno affidato i propri figli e per cui fino a pochi mesi fa siamo stati un riferimento.
D’altra parte, però, non possiamo negare altri sentimenti: la paura del virus e del contagio o la frustrazione di non sapere bene cosa succede, cosa aspettarsi, come “funziona” questa pandemia con i bambini, cosa ne dicono di preciso i pediatri. Ci chiediamo come fare per poter conciliare la tutela della salute con la relazione educativa, soprattutto con i più piccoli. Senza contare aspetti non meno importanti e potenzialmente preoccupanti legati alla possibilità di sostenere la portata economica di questa riapertura e della precedente chiusura, così come la questione della responsabilità civile e legale, anche nei casi di eventuale contagio, che genitori, operatori e gestori dei servizi si assumono. Anche a prescindere dal Covid, sappiamo che questi sentimenti negativi rischiano di paralizzare e renderci rinunciatari. Invece, dovremmo ricordarci che, per progettare, è bene conoscere i vincoli tanto quanto le risorse.
In questo clima di grande incertezza e sospensione, il decidere di trovarci insieme ha avuto da subito l’effetto benefico di farci pensare meno soli e con dei margini di possibilità e azione: crediamo che sia da cogliere l’opportunità da parte degli educatori di ‘mettere in pedagogia’ la nuova condizione in cui ci troviamo, con le sue regole, i suoi limiti ma anche le possibilità, trasformandola in occasione di ricerca coi bambini, con i genitori, con le istituzioni. Questo porterebbe alla creazione di una nuova cultura del rispetto di sé e dell’altro col risultato forse di dare forma reale all’idea di “comunità educante”. Siamo convinti che questa ripartenza sia da fare insieme: sarebbe un atto di grande presunzione e quindi di svalutazione dei bambini e delle famiglie pensare che potremo progettarla da soli come ‘esperti del sistema scuola’.

Con questa premessa abbiamo quindi, in prima battuta, chiesto di interagire con le figure istituzionali che si occupano di definire a livello legislativo le linee guida di riapertura dei servizi (quali il ministero dell’istruzione, della sanità e della prevenzione, il comitato presieduto da Patrizio Bianchi) per far sapere il nostro punto di vista, per evidenziare delle potenziali criticità e chiedendo chiarezza scientifica.
Abbiamo inoltre evidenziato come l’autonomia di ogni scuola insieme alla possibilità di lavorare in rete con gli Enti locali e le diverse realtà territoriali (associazioni, parrocchie, società sportive…) apra alla possibilità di abitare l’incertezza generando nuovi modi possibili di ‘fare scuola’ dentro e fuori gli edifici scolastici, caratterizzandola col dialogo e la trasformazione continua, anche metodologica. Quest’ottica sposterebbe il potere

decisionale e di gestione delle risorse su un asse più locale e quindi più semplificato e specifico nel rispondere alle esigenze della propria realtà.
Prima del ‘fare scuola’ a settembre è dovere di noi adulti chiederci come dare senso ad un’educazione post Covid tra emozioni, regole, limiti e possibilità.
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